Giovanni Mantovani

Crevalcore – estate 2018.
Il cadavere galleggiare sull’acqua di
un canale, Ferrari Antonio lo aveva
visto per davvero. A credere alle parole
di quel bonario di paese regalato al
vino, sono soltanto in due: il giovane
maresciallo Rigone appena giunto al
comando di stazione e il suo brigadiere
Ventura. In ogni caso, il corpo di
quel cinese di Han dalla possibile
doppia identità, “ Toni ” non avrebbe
dovuto vederlo!..
E’ un magistrato già impegnato nella
lotta contro la criminalità legata alla
Yakuza cinese ad occuparsi di quel
cadavere scoperto in un piccolo rivo
nelle basse bolognesi: Riccardo Galimberti.
Per sua volontà? Per volontà
di altri? Di sicuro del destino.
Dietro a quella morte in ogni caso
anomala, c’è un altro folle proposito:
uccidere un uomo che sarebbe ugualmente
morto. Che forse già lo era!
E’ su un foglio piegato in due che
rimangono impresse tre parole scritte
a mano in una lingua sconosciuta ai
più: sono l’affanno di un uomo che ha
paura? Sono il ricordo di un passato
ormai lontano? Soltanto il maresciallo
Rigone riuscirà a cogliere le tracce di
quel disegno e le sue sfumature: la
mano che ha ucciso quell’uomo, ha sì
voluto nascondere una verità, ma non
quella che aveva creduto fino a quel
momento.